Le forme sono nella loro naturale collocazione dove l’artista le ha volute, determinando una composizione equilibrata.
Traspare il tema della presenza-assenza, poiché l’affresco è talora oggettività e distacco, talora espressione della soggettività. Le radici affondano nella infanzia di paese, ma poi emerge un senso di rottura pur esistendo un’ombra nascosta. Le opere si situano in una realtà di mezzo, tra ombra e luce. La luce non è interna, pertanto non interiore, né esterna, dunque slegata dalla realtà oggettiva. Fra luce e ombra, traspare una sfera metafisica che, nei casi più estremi, si presenta come specchio nell’Asceta.
Non è un luogo che si rivolge alla massa: gli altri non esistono, esiste solo l’altro, inteso come propria solitudine di fronte all’affresco. L’altro è anche l’artista: è manifesta un forma di comunicazione con se stessa. Le forme delle opere sono castigate, essenziali, frammenti con un gioco di rapporti di luce, e silenzi… non è facile creare i silenzi anzi, è cosa piuttosto complicata.
Il silenzio è all’interno dell’affresco o all’interno di chi guarda? Chi guarda deve essere predisposto a recepire il messaggio. All’artista non interessa mettere dentro la propria biografia, anzi, di fronte ad esso si mette da parte. Chi guarda invece, può anche interpretare con i suoi sentimenti quello che vede. Così è il messaggio della Vergine di chiesa, opera realizzata su tela e cemento, dove il figlio è assente. Il fruitore del messaggio, risponde al silenzio della superficie pittorica poiché viene trasmesso e perché predisposto al silenzio. Il fruitore rumoroso non può capire. Ma posso anche non percepire il silenzio perché mi metto in una posizione neutrale: esso rappresenta la perdita o è decodifica della voglia di recupero? Tuttavia un quadro non è una scheggia dello spirito dell’artista, è il suo spirito che si è posato su quel tracciato, e la tua spiritualità che non sta sulla superficie del dipinto, è il dipinto stesso. In un quadro non c’è superficie, c’è l’anima. Allora ci sono solo due possibilità: o sono in grado di recepire il tuo messaggio perché sono abituato alla solitudine e la riconosco nella tua pittura, oppure sono totalmente inconsapevole, ma la carica di silenzio che avverto nel tuo quadro risveglia in me un’eco di spiritualità.
Ripetere gli stessi soggetti, per riscoprire e rinnovare sempre la stessa ombra, la stessa luce e la stessa vibrazione e, in modo simile, il silenzio dell’immagine che diventa secondaria rispetto alla continua ricerca di definizione del rapporto tra superficie e interiorità.............
Rosa Vitale 2011